Forse non tutti sanno che uno dei barman più conosciuti al mondo è italiano, originario della penisola sorrentina. Il suo nome è Salvatore Calabrese, ma da anni lo chiamano semplicemente il Maestro.
Mai come in questo caso l’appellativo è meritato, perché da più di quarant’anni quest’uomo dall’aspetto sempre elegante e dai modi raffinati, con le sue creazioni delizia i palati più esigenti: attori famosi, star della musica, ma anche capi di stato. L’elenco è lungo quanto quello dei suoi tanti riconoscimenti.
Quello che però rende unico nel suo genere Salvatore Calabrese non è tanto l’aver anticipato di almeno due decenni l’idea di riproporre una serie di vecchi cocktail ormai caduti nel dimenticatoio, quanto il fatto di realizzarli con alcolici d’epoca. Sí, avete letto bene: cognac, wisky, gin, vermouth e perfino bitter, tutti rigorosamente datati, in alcuni casi anche più di duecento anni. Miscelati abilmente dalle sue mani, danno vita alla liquid history, ovvero bottiglie e cocktail di cui si può raccontare la storia legandola a sua volta a eventi storici. Creazioni uniche, come le emozioni che trasmettono, anche se in alcuni casi per potersi emozionare bisogna avere una considerevole disponibilità economica. Ma, come recita anche lo slogan pubblicitario i sogni non hanno prezzo, per tutto il resto c’è Master Card.
Se paragonate a quelle della collezione di Salvatore Calabrese, le mie bottiglie di gin con i loro cinquant’anni sono delle giovincelle, ma per me hanno un immenso valore affettivo perché sono legate a un bellissimo ricordo.
Mi furono regalate da un’amica per ringraziarmi di aver preparato i cocktail per gli invitati in occasione del suo …(non si dice e non si scrive mai l’età di una signora) compleanno; doveva essere un aperitivo di benvenuto, che avrebbe lasciato il posto a una cena tranquilla, e invece l’ultimo cocktail lo preparai all’una del mattino.
Tutti erano a loro agio e si divertivano, si creò una grande atmosfera grazie anche alla musica di uno che di mestiere non faceva il dj, come io non faccio il bartender, ma che di musica, come di tante altre cose se ne intendeva. Eccome se se ne intendeva.
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